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In pianificazione dal 2021: arriverà il registro patrimoniale centrale per tutti i cittadini dell’UE?

Sotto l’etichetta “registro patrimoniale UE” circola da tempo l’idea che l’Unione europea voglia registrare in un gigantesco database tutti i beni dei suoi cittadini: dai conti bancari e dagli immobili fino all’oro, alle opere d’arte e alle criptovalute.

Nei blog, nelle newsletter di studi legali e nei video su YouTube, questo spesso suona come un “registro totale” imminente, con accesso diretto al patrimonio privato di ogni singolo individuo.

Registro patrimoniale UE – cosa c’è davvero dietro?

La realtà è più sfumata: dal 2021 esiste effettivamente un progetto politico per un’infrastruttura europea di dati patrimoniali (“EU asset registry”) — ma finora nessun regolamento UE adottato che introduca un registro patrimoniale centrale e completo per tutti i cittadini. Esistono invece:

  • un ampio studio di fattibilità della Commissione europea (pubblicato nel 2024), studio di fattibilità 2024;
  • un pacchetto UE antiriciclaggio (AMLR, regolamento AMLA ecc.) già adottato, con obblighi di aggregare informazioni su determinati beni e beni di alto valore, misure AML 2023;
  • e un continuo dibattito politico e sociale sul senso, i limiti e i rischi di un registro patrimoniale completo. Policy brief Delors

Di seguito viene presentata una panoramica in base ai punti richiesti – inclusa una valutazione onesta della probabilità che un tale sistema venga effettivamente introdotto e di chi verrebbe maggiormente colpito nella pratica.

Chi ha iniziato il registro patrimoniale UE?

Origine politica nel Parlamento europeo

Il primo passo concreto non è stato un “piano segreto della Commissione europea”, bensì un mandato ufficiale del Parlamento europeo: il 3 dicembre 2021 la Commissione ha messo a gara uno studio di fattibilità. Questa interrogazione parlamentare 2024 mostra che il mandato è stato esplicitamente promosso dal Parlamento.

Il progetto è stato affidato a un consorzio guidato dal Centre for European Policy Studies (CEPS). L’idea è stata sostenuta da ONG e think tank — come il Delors Centre — che hanno promosso trasparenza e controllo patrimoniale come strumenti contro l’evasione fiscale, il riciclaggio di denaro e la corruzione.

Ruolo della Commissione europea e della nuova autorità

La Commissione europea ha assunto il mandato e condotto lo studio — ma sottolinea che questo non comporta alcun obbligo di introdurre effettivamente un registro in un secondo momento.

Con il nuovo quadro giuridico in materia di antiriciclaggio è stata creata l’Anti-Money Laundering Authority (AMLA), in parte come autorità centrale di vigilanza e coordinamento degli Stati membri. Molti commentatori vedono in AMLA un potenziale hub tecnico — almeno per le richieste di dati basate sui registri.

Quale sarebbe il contenuto di un registro patrimoniale UE?

Scenari dello studio di fattibilità

Secondo lo studio ufficiale del luglio 2024 vengono esaminati tre diversi scenari — con intensità e portata tecnica differenti. Questo studio sul registro patrimoniale distingue:

  • Scenario 1: nuovi registri nazionali per specifiche categorie di beni — e collegamento a livello UE.
  • Scenario 2: registri nazionali già esistenti vengono interconnessi tramite un portale di accesso centrale dell’UE.
  • Scenario 3: creazione effettiva di un registro patrimoniale centrale a livello UE.

Secondo lo studio sono considerate “rilevanti” in particolare le categorie di beni che svolgono spesso un ruolo nel riciclaggio di denaro, nell’evasione fiscale o in strutture finanziarie complesse: questa rappresentazione dei possibili beni menziona conti bancari, depositi titoli, immobili e terreni, partecipazioni societarie, beni di alto valore (yacht, aerei, auto di lusso, opere d’arte), cripto-asset, metalli preziosi e cassette di sicurezza.

Cosa esiste già?

Già oggi esistono, a livello UE o in molti Stati membri, determinati registri e obblighi di registrazione considerati mattoni di un sistema più ampio. Tra questi figurano i registri di trasparenza o della titolarità effettiva (per i titolari effettivi di imprese e fondazioni), i registri dei conti o l’accesso delle autorità a dati di conto e di transazione, i registri immobiliari, i registri delle imprese e delle società, i depositi titoli ecc.

Nuovi — e parte del pacchetto antiriciclaggio adottato nel 2023/2024 — sono gli obblighi di segnalazione estesi per determinati beni di alto valore. Nel dibattito pubblico, questi cambiamenti sono talvolta descritti come un “registro patrimoniale occulto”, anche se giuridicamente non esiste un registro unificato.

Scopo: a cosa serve tutto questo?

Ufficialmente vengono indicati tre obiettivi principali:

  • Combattere il riciclaggio di denaro e il finanziamento del terrorismo: in caso di sospetto, le autorità dovrebbero poter ottenere accesso più semplice e transfrontaliero ai dati patrimoniali rilevanti.
  • Combattere l’evasione fiscale e la pianificazione fiscale aggressiva: tramite divulgazione e trasparenza dovrebbero diventare visibili i patrimoni nascosti dietro strutture offshore o complicati schemi societari.
  • Applicazione delle sanzioni e confisca di patrimoni illeciti: in particolare nei periodi di crisi — ad esempio per le sanzioni contro oligarchi, casi di corruzione o criminalità organizzata — una panoramica a livello UE dei beni dovrebbe aiutare a rintracciare, congelare o confiscare i patrimoni. Il Delors Brief 2022 lo sottolinea esplicitamente.

Alcuni commentatori avvertono tuttavia che il quadro, nel medio-lungo periodo, potrebbe diventare la base per nuove imposte patrimoniali o straordinarie — ad esempio un “secondo prelievo straordinario” o un strumento per prelievi sul patrimonio.

Situazione a fine 2025: a che punto siamo davvero?

Studio di fattibilità concluso, ma nessun disegno di legge

Lo studio di fattibilità è stato pubblicato nel luglio 2024. Lo studio sul registro patrimoniale 2024 chiarisce che si tratta di una valutazione — non di una legge.

Nella sua risposta a un’interrogazione parlamentare, la Commissione ha sottolineato espressamente che lo studio non implica alcuna decisione politica automatica — e che un registro patrimoniale centrale dell’UE non faceva parte del pacchetto legislativo AML presentato nel 2021.

AMLR e AMLA adottati — ma nessun “mega registro”

Con il nuovo pacchetto legislativo contro il riciclaggio di denaro, il Parlamento europeo ha adottato norme più severe nel 2023/2024: tra cui un nuovo regolamento antiriciclaggio (AMLR), una direttiva e l’istituzione di AMLA. Il pacchetto AML 2023 definisce obblighi di segnalazione, regole di trasparenza ed estende la cerchia dei soggetti obbligati.

AMLA ha iniziato la sua attività nel 2025 e dovrebbe assumere gradualmente un ruolo centrale nella vigilanza e nel coordinamento della lotta al riciclaggio di denaro nell’UE. “AMLA operational 2025” lo evidenzia.

Conclusione sulla situazione attuale: non esiste (ancora) alcun registro patrimoniale UE adottato — ma vi è un’infrastruttura crescente di registri e obblighi di segnalazione che punta verso una raccolta e un monitoraggio sempre più intensivi dei dati patrimoniali.

Critiche al registro patrimoniale UE

Tutela dei dati, diritti fondamentali e rischi di abuso

Le principali critiche riguardano i diritti fondamentali e la protezione dei dati: una panoramica centrale dell’intero patrimonio di una persona costituirebbe una forte ingerenza nella sfera privata e nei diritti di proprietà — soprattutto in relazione a dati sensibili come immobili, conti, partecipazioni o opere d’arte. I critici avvertono del rischio di abusi: accessi non autorizzati (hacker, insider), uso politico distorto o utilizzo successivo per imposte patrimoniali o addirittura espropri. La dichiarazione TAE 2024 evidenzia questi rischi.

Da un punto di vista tecnico e amministrativo, un registro patrimoniale completo sarebbe inoltre un’impresa enorme: diverse strutture di registri nazionali, ordinamenti giuridici e lingue; valutazione di beni illiquidi come opere d’arte, imprese private o collezioni; aggiornamento costante e collegamenti corretti — tutto ciò aumenta l’impegno, i costi e la probabilità di errori. Lo studio di fattibilità descrive già un registro centrale completo per tutte le classi di beni nell’UE come “operativamente difficilmente realistico” e “giuridicamente altamente problematico”. Il rapporto di studio 2024 lo afferma chiaramente.

Quanto è probabile che un registro patrimoniale UE venga effettivamente introdotto?

Occorre distinguere tra

  • una rete di registri tecnica e amministrativa ristretta (collegamento di registri esistenti, segnalazione dei beni di alto valore, data hub di AMLA),
  • e un “registro totale” massimalista dei patrimoni per tutti i cittadini e tutte le categorie di beni, memorizzato a livello UE.

Valutazione (opinione personale, non previsione ufficiale):

  • Rete tecnica di registri con focus sui patrimoni ad alto rischio: nel medio periodo (fino circa al 2030) piuttosto probabile — stima approssimativa nell’ordine del 60–70%.
  • Registro patrimoniale UE completo per tutti i cittadini e tutti i beni: nel breve-medio periodo piuttosto improbabile — alla luce degli ostacoli giuridici e tecnici e dei risultati dello studio di fattibilità, probabilmente al massimo 20–30% nei prossimi anni.

Questa valutazione si basa sulla situazione attuale (studio, pacchetto AML, dibattito politico). A seconda del clima politico — ad esempio crisi finanziarie, grandi scandali di corruzione o debito pubblico — il ritmo potrebbe tuttavia accelerare o rallentare nuovamente.

Alla fine un registro patrimoniale colpirà soprattutto “i piccoli”?

Chi dovrebbe essere coperto ufficialmente dal registro

Ufficialmente, l’attenzione è rivolta a grandi patrimoni potenzialmente occultati: strutture offshore, complessi schemi societari, partecipazioni, immobili, beni all’estero — quindi persone molto facoltose che spesso aggirano la portata delle norme sulla trasparenza. Il Delors Brief lo afferma esplicitamente.

Il pacchetto legislativo definisce inoltre soglie e criteri — ad esempio obblighi di segnalazione per beni di alto valore e per le persone con titolarità effettiva. La decisione AML 2024 descrive come i registri di trasparenza e l’accesso ai dati sulla proprietà vengano riorganizzati.

Perché in pratica potrebbero essere colpiti altri — e chi potrebbe sfuggire

L’esperienza con le norme esistenti in materia di antiriciclaggio e trasparenza mostra che gli obblighi di compliance e di segnalazione gravano spesso non solo sui grandi redditi, ma anche sui patrimoni medi o piccoli — tramite burocrazia, processi bancari e modelli di rischio degli istituti. Alcuni commentatori vedono quindi il rischio che risparmiatori con piccoli o medi patrimoni e ceto medio possano essere indirettamente più colpiti dei super-ricchi. Questo commento di Estably mette in guardia proprio contro questo effetto distributivo.

I grandi patrimoni — ad esempio proprietà aziendali, partecipazioni, portafogli immobiliari — dispongono spesso di possibilità di occultamento o elusione: trust, holding, società estere, strutture a cascata. Anche con un registro, questi elementi potrebbero essere difficili o impossibili da rilevare. Di conseguenza, la probabilità è elevata (stimata intorno al 60–80%) che una parte significativa dei grandi patrimoni venga registrata solo in modo incompleto o per nulla — mentre i nuovi obblighi potrebbero già farsi sentire in modo evidente per i piccoli risparmiatori.

Registro patrimoniale UE: realizzazione incerta

Attualmente il registro patrimoniale UE è più un progetto e un tema di dibattito che una realtà. Con il pacchetto AML, la nuova autorità AMLA e un’infrastruttura crescente di registri e obblighi di segnalazione, l’UE sta costruendo una base che in futuro potrebbe consentire alle autorità di tracciare meglio le strutture patrimoniali — soprattutto i grandi patrimoni transfrontalieri.

Se da ciò deriverà un registro completo e centrale di tutti i beni di tutti i cittadini è al momento dubbio per motivi giuridici, tecnici e politici. Uno scenario più realistico è un’espansione graduale e un collegamento sempre più stretto dei singoli registri — una “rete di dati patrimoniali” anziché un unico mega-database.

Per il dibattito politico restano decisive alcune domande:

  • Come verranno protetti in concreto diritti fondamentali e protezione dei dati?
  • Chi avrà accesso — solo le autorità di perseguimento penale o anche autorità fiscali, servizi sociali e, forse in futuro, altri enti?
  • Come si può evitare che, in pratica, le norme colpiscano principalmente chi ha meno possibilità di difendersi — e non coloro ai quali sono effettivamente rivolte?

Le risposte a queste domande determineranno se un registro patrimoniale sarà accettato come strumento legittimo contro la criminalità finanziaria — o percepito come l’ennesimo passo verso il “cittadino trasparente”.

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